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L’immensità dell’universo, la grandezza dei suoi suoni.

Si è pensato per anni che nello spazio esistesse solo il silenzio: il suono è un prodotto di un’onda acustica in un mezzo, come l’aria per esempio. Nello spazio, avendo sempre ipotizzato che ci fosse del vuoto e non un mezzo disponibile alla propagazione dell’onda, era perciò impossibile avere dei suoni. Ma è proprio così?

La scienza negli anni è stata soggetto di diverse scoperte scientifiche e la fisica quantistica non è stata da meno. Grazie a questa si è infatti scoperto che esiste un’onda, questa volta elettromagnetica, capace di generare una vibrazione e quindi, un suono. Oggi infatti sappiamo che lo spazio non è vuoto ma pieno di una sostanza diversa, ancora poco conosciuta: la materia oscura.

Ciò significa che l’universo ha in realtà un suono, una sua colonna sonora, solo diversa nelle frequenze.

Le onde elettromagnetiche vengono registrate da dei dispositivi detti spettrografi presenti sui telescopi. La frequenza di questi suoni è stata poi ridotta di circa un trilione di volte, altrimenti non potrebbe essere udita né dalle persone e né dai cani. LIGO, un progetto ideato per il rilevamento delle onde gravitazionali, ha così rilevato il suono di due buchi neri, uno di 36 e l’altro di 29 masse solari, che si fondono andando a creare un terzo buco nero di 62 masse solari. Ciò è avvenuto ad una distanza di circa 1.3 miliardi di anni luce, dove l’universo è il 10% più giovane di oggi. Questo fu il primo evento mai ripreso da LIGO.

Ecco una piccola lista di altri suoni dell’universo ripresi dalla NASA in passato:

Juno e il ruggito di Jupiter: la navicella Juno ha registrato il suono del campo magnetico di Jupiter

Emissioni radio di Saturno: la navicella Cassini è incaricata di monitorare le onde radio, simili alle aurore vicine ai poli, emesse da Saturno

Scontro con cometa: uno strumento presente sullo scudo protettivo della NASA si è scontrato con alcune particelle e piccole rocce della cometa Tempel 1


Chiara Troise

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