Raffaele Mirabella, compositore, pianista, tastierista, arrangiatore di formazione accademica, con le principali esperienze principali nella musica moderna e nella tecnologia applicata in tutte le loro manifestazioni. Ha collaborato con molti artisti italiani ed internazionali sia dal vivo che in studio; attualmente ricopre il ruolo di Product Specialist per tastiere, sintetizzatori, pianoforti digitali, per Algam Eko, azienda che importa e distribuisce importanti marchi di strumenti musicali in Italia.


L’intelligenza artificiale (AI) è diventata la protagonista indiscussa degli ultimi anni, portando innovazioni straordinarie nel mondo digitale. Anche in ambito musicale, dove la tecnologia è ormai essenziale persino in generi tradizionali come il jazz o la musica classica, l’AI sta segnando una nuova rivoluzione.
Come tutte le innovazioni del passato – dalla radio al fonografo, dal registratore multitraccia al MIDI e alla registrazione digitale – anche l’AI sta incontrando scetticismo. In passato, queste tecnologie venivano accusate di “democratizzare” la musica, permettendo a chi non sapeva suonare di comporre o produrre brani. Eppure, queste innovazioni hanno aperto la strada a nuovi linguaggi espressivi, offrendo strumenti a chi aveva idee ma non mezzi convenzionali per realizzarle.

Per noi musicisti, il modo migliore di affrontare l’AI è documentarsi e sperimentare. Comprendere i suoi punti di forza e i suoi limiti ci permette di usarla in modo strategico. Personalmente, trovo utili alcune applicazioni pratiche che l’AI ha reso più semplici e accessibili. Ad esempio, oggi è possibile estrarre una voce da una traccia completa in modo estremamente preciso, utilizzando algoritmi online. Questo rende molto più veloce la creazione di una voce guida per la pre-produzione di un arrangiamento.
Un’altra funzione incredibilmente utile è la conversione di una traccia audio in formato MIDI, ideale per generare partiture o arrangiamenti. Questi strumenti non sostituiscono il processo creativo, ma lo rendono più efficiente, lasciandoci più tempo ed energia per concentrarci sull’aspetto artistico.

Naturalmente, ci sono anche interrogativi importanti. Sebbene l’AI sia un valido supporto, non credo possa sostituire il processo creativo umano, ricco di variabili difficili da quantificare. Tuttavia, in ambiti come la musica per sonorizzazioni o ambient, l’AI sta già aprendo nuovi scenari che richiedono una regolamentazione legislativa chiara per tutelare i diritti degli artisti.

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