Rossana Pasturenzi – Milanese, giornalista e appassionata di musica, si forma professionalmente presso Monzino Spa, tra i distributori di strumenti musicali leader del mercato nazionale. Sin dai vent’anni vive l’habitat musicale italiano a 360° gradi: è moglie di Dino D’Autorio, bassista protagonista della discografia nazionale, mentre con Alberto Radius, chitarrista tra le icone del Bel Paese, e Marco Nobili, collega di scrivania di allora, fonda Guitar Club magazine, realtà editoriale che oggi, diventata un corposo Network, celebra il suo 41esimo anniversario.

“Viaggia con noi!”, “Approfitta del 3×2!”, “Outlet del funerale!” e chissà cos’altro ancora. Giganteschi manifesti pubblicitari tappezzano le nostre città, le stazioni ferroviarie, il ciglio delle strade, attraendo la nostra attenzione come il miele fa con le api, instillando bisogni primari collettivi. Si aggiunge la scalpitante comunicazione via tv, radio e rete e, insomma, ce n’è d’avanzo. Di fatto, pochi rinunciano al viaggio low-cost, al risparmio sulla spesa e, perché no, a quello sul costo del funerale del caro estinto: prove che la comunicazione battente, messa sotto i nostri occhi ogni giorno, stimola e funziona. Ergo, non è escluso che potrebbe fare altrettanto la diffusione a tappeto del messaggio “Tira fuori l’emotività dal congelatore, vivi!” Audace? Sì. Spavaldo? Sì. Efficace? La Fondazione Pubblicità Progresso ce lo insegna da anni.

Emotività, dicevamo. La capacità di reagire di noi esseri umani, provando emozioni, piacevoli o spiacevoli che siano; ovvero, vivere. Oggi il mondo va veloce e così la vita di ogni comune mortale. Correre al lavoro, fiondarsi a scuola, preparare la cena, sistemare la casa, prenotare la palestra, scegliere il tatuaggio (sulla guancia?), confermare l’orario dal parrucchiere (pardon, hair stylist), preparare le valigie per la vacanza estiva e, naturalmente, postare ogni movimento sui social. Tutto scorre in una routine condivisa, questo strano ingrediente che alimenta giorno per giorno il senso di appartenenza alla community globale. E, in generale, nervosismo, impazienza, e forse anche la nostra insoddisfazione.
E quel modo unico e personale di vivere i sentimenti che ci renderebbe meno incazzati, più disposti al contatto con il sé e, concedetemi un azzardo, degli esseri umani completi della loro essenza? Liberiamo la sfera emotiva. Richiamiamo questo pensiero alla mente come fosse una preghiera. Non c’è tempo, troppi gli impegni della giornata? Allora mettiamoci un appunto in cucina: “sbrinare il congelatore”.

Ci sono diverse opzioni per godere di benefici fluidi emotivi: uno di questi è la musica e i musicisti, professionisti o appassionati che siano, lo sanno molto bene. Le interviste ai musicisti ci rivelano infatti quanto la composizione di ogni brano, la sua texture sonora, il testo cantato quando c’è, siano frutto dell’emozione vissuta in quel momento: positiva o negativa che sia, ma inevitabilmente capace di rendere l’ascoltatore partecipe di quel sentimento e desideroso di trasferirlo a sua volta ad altre persone… Chi non ha iniziato a suonare o ascoltare quella musica o quell’artista, alzi la mano!

“Condividere la musica e i benefici influssi interiori che ci regala”. Anche questo potrebbe essere il messaggio di uno di quei manifesti giganteschi che vediamo attorno a noi.

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